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Le strade di Geova

Fonte: La Patria Luglio 2000  
Riprodotto con l'autorizzazione dell' editore ANPI Nazionale ROMA


Foto di Narciso Riet 
(fonte Patria Indipendente  23/7/2000)


Milioni di prigionieri di guerra, milioni di ebrei, migliaia di zingari, omosessuali, oppositori politici e testimoni di Geova soffrirono e morirono nei campi di concentramento nazisti dal 1933 al 1945. Ma i testimoni di Geova furono l’unico gruppo che venne perseguitato a motivo delle proprie convinzioni religiose. Com’è noto gli aderenti a questa religione si rifiutano di imbracciare le armi contro il prossimo e di partecipare in qualsiasi modo alla produzione delle stesse. Di conseguenza è facile capire perchè essi furono tra le vittime del Nazismo. Nei 12 anni in cui il regime di Hitler esercitò il suo potere in Germania migliaia di questi credenti, uomini e donne, vecchi e bambini, vennero brutalmente perseguitati. Molti vennero giustiziati a motivo della loro obiezione di coscienza al servizio militare; un numero ancora maggiore finì i suoi giorni nei famigerati campi di sterminio a seguito delle privazioni e degli stenti ai quali fu sottoposto. Eppure essi avrebbero potuto riacquistare la libertà e salvare la vita se solo avessero firmato un modulo con il quale rinnegavano le proprie convinzioni di Testimoni. Sarebbe bastata una semplice firma. Ma la stragrande maggioranza d’essi preferi affrontare la persecuzione pur di non rigettare la propria fede. Per questo nobile gesto sono stati giustamente definiti “martiri” e non semplici “vittime” del Nazismo.

Negli ultimi anni in varie nazioni che sperimentarono l’occupazione nazista le amministrazioni comunali hanno intitolando alcune strade delle loro città a questi moderni martiri. Segue un incompleto elenco.

Il testimone di Geova Karl Erich Barthel venne giustiziato l’11 agosto 1944 a Torgau, vicino a Lipsia. Oggi ad Auberbach\Vogtland c’è in suo onore la Barthel-Strasse (via Barthel). E’ interessante osservare che questa strada venne a lui intitolata quando questa cittadina faceva parte dell’ex RDT dove, negli anni Cinquanta, i Testimoni venivano ancora perseguitati e imprigionati, questa volta dal regime filosovietico. 

Sempre ad Auberbach c’è anche la Seltmann-Strasse (via Seltmann) che prende il nome da Alfred Otto Seltmann, un testimone di Geova ucciso nel campo di concentramento di Flossenburg.

A Zwingenberg\Bergstrasse, vicino Francoforte, la Hans-Gartner-Strasse (via Hans Gartner) ricorda un Testimone ucciso il 26 aprile 1940 nel tristemente famoso campo di concentramento di Dachau.

Il testimone di Geova olandese Bernard Polman fu giustiziato dai nazisti il 10 novembre 1944 a Bubberich. Nella città di Doetinchem, nella parte orientale dei Paesi Bassi è ricordato dalla Bernard-Polman-Strasse (via Bernard Polman).

A Berlino, proprio davanti al monumento commemorativo della Resistenza Tedesca, la Emmy-Zehden-Weg (via Emmy Zehden) ricorda una Testimone di Geova che venne decapitata il 9 giugno 1944 nella prigione di Berlin-Plotzensee.

In questa prigione fu giustiziato, fra gli altri, anche il Testimone di Geova Bernhard Grimm. Oggi a Batmannsweiler\Pfalz, vicino Wiesbaden, c’è la Bernhard-Grimm-Strasse (via Bernhard Grimm).

La Testimone Hildegard Blumstengel perse la vita nelle camere a gas del lager di Ravensbruck. A Langenleuba-Oberhain\Sachsen, vicino Dresda, c’è la Hildegard-Blumstengel-Strasse (via Hildegard Blumstengel) che commemora il suo sacrificio.

Nel 1943 Antonie Freyermuth venne deportato dalla Francia in quanto Testimone di Geova. Fu successivamente giustiziato nella prigione di Berlin-Plotzensee. A Lingolsheim, vicino Strasburgo, una strada ha preso il suo nome, la Rue A. Freyermuth (via A. Freyermuth). 

Il testimone di Geova Rudolf Winkelmann morì pochi giorni dopo la liberazione del campo di concentramento di Buchenwald a causa dei patimenti sofferti. A Tachua\Sachsen, vicino Lipsia, c’è in suo ricordo la Rudolf-Winkelmann-Strasse (via Rudolf Winkelmann).

Davanti al municipio di Sindelfingen\Baden-Wurttemberg, nella periferia di Stoccarda, una lapide ricorda altri due Testimoni giustiziati a causa della propria fede. Si tratta di Sigurd Speidel e Heinrich Hirsch.

Infine a Niestetal\Hessen, cittadina nei pressi di Amburgo, c’è la Wilhelmine-Potter-Strasse (via Wilhelmine Potter) che ricorda una Testimone di Geova uccisa durante il Terzo Reich. 

Tutti questi esempi permettono di capire come anche il nome di una strada possa contribuire a rammemorare il sacrificio di quanti seppero opporsi in modo pacifico a un’ideologia crudele e sanguinaria. Recentemente il presidente federale tedesco Johannes Rau ha esortato a ricordare tutti i gruppi che furono vittime del Nazismo.

Quando nella nostra nazione si farà una cosa del genere? Non dimentichiamo che in Italia la allora minuscola comunità dei Testimoni di Geova (circa 200 unità) venne aspramente perseguitata prima dal fascismo e poi dagli occupanti nazisti. Ventisei testimoni di Geova ricevettero, a motivo della propria fede religiosa, condanne fino a 11 anni di reclusione da parte del famigerato Tribunale Speciale Fascista. Altri sperimentarono la detenzione nei campi di concentramento. Fra questi si possono menzionare:
- Salvatore Doria, di Cerignola, che venne deportato prima nell’infame lager di Dachau e poi nel tristemente famoso campo di Mauthausen.
- Hochrainer Luigi, di Campo di Trens, imprigionato nel lager di Munchen Steidlheim e condannato a morte dal Tribunale Militare di Bolzano.
- Narciso Riet, di Cernobbio, imprigionato prima a Dachau e poi a Berlin-Plotzensee. Processato e condannato a morte del 1944, venne giustiziato poco prima della liberazione.

Quanto bisognerà ancora aspettare prima che qualche amministrazione comunale si impegni per commemorare il loro eroico sacrificio? George Bernanos scrisse: “I martiri hanno raggiunto il fondo delle sofferenze, noi abbiamo il debito verso di loro di andare fino al fondo della verità.” Anche l’intitolazione di una strada potrebbe contribuire ad assolvere il nostro debito.

Matteo Pierro

  Riprodotto con l'autorizzazione dell' editore ANPI Nazionale ROMA

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