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Lettera di un condannato alla fucilazione

Di Berthold Szabo, fucilato a Körmend, in Ungheria, il 2 marzo 1945:


"Mia cara sorellina Marika,

"In questa ora e mezza che mi rimane, cercherò di scriverti affinché tu possa informare i nostri genitori della mia situazione, immediatamente prima di morire.

"Auguro loro la stessa pace mentale che provo in questi ultimi momenti in questo mondo gravido di sventura. Adesso sono le dieci, e sarò fucilato alle undici e mezzo; ma sono calmissimo. Metto la mia vita nelle mani di Geova e del suo diletto Figlio Gesù Cristo, il Re, che non dimenticheranno mai quelli che li amano sinceramente. So inoltre che presto ci sarà la risurrezione di quelli che sono morti o, piuttosto, si sono addormentati in Cristo. Vorrei pure dirti che ti auguro tutte le più ricche benedizioni di Geova per l'amore che mi hai mostrato. Bacia papà e mamma per me, e anche Annus. Non devono preoccuparsi per me; ci rivedremo presto. La mia mano ora è ferma, e andrò a riposare finché Geova mi richiamerà. Anche ora manterrò il voto che ho fatto a lui.

"Ora il mio tempo è scaduto. Dio sia con te e con me.

"Con tanto affetto, . . .

"Berthi"

Fonte : 'I Testimoni di Geova, proclamatori del Regno di Dio'. (Pubblicato da : Congregazione Cristiana dei Testimoni di Geova, Roma 1993) pag. 662.

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