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Articolo da:
"IL CASTELLO"
Gennaio-Febbraio 2002 pag.8

 

La vicenda dei giovani testimoni di Geova durante il nazismo
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Anche i testimoni di Geova vittime del Nazismo
NON SOLO EBREI NEI LAGER

Una persecuzione strettamente associata allo sterminio di milioni di ebrei, ma sulla quale spesso si tace, è quella dei Testimoni di Geova durante il regime nazista. Ma perché questi credenti, universalmente noti per la loro predicazione di un messaggio biblico di pace e fraternità, vennero perseguitati dal nazismo?

Il motivo era, secondo Hans Marsalek, "il rifiuto di prestare giuramento di fedeltà a Hitler e qualsiasi servizio militare". Dato che ciò era un obbligo per tutti coloro che vivevano nello stato nazista, iniziò una gigantesca caccia all'uomo per eliminare questi pacifici obiettori al violento e militarista regime del III Reich. I Testimoni di Geova condivisero così la tragica sorte di milioni di ebrei. Ma la loro posizione era diversa per un particolare.

Gli ebrei non avevano alcuna possibilità di lasciare i lager se non attraverso la fuga. Ai Testimoni, invece, veniva offerta la possibilità di tornare liberi. Essi, infatti, erano gli unici per i quali esisteva un modulo di scarcerazione in cui il sottoscrivente si dissociasse dalla religione dei Testimoni di Geova. Bastava una semplice firma per sfuggire a un destino orribile.

Ma, la stragrande maggioranza di loro non firmò. Lo scrittore ed ex-deportato Vincenzo Pappalettera ha scritto: "Erano veri eroi perché, a differenza di tutti gli altri deportati, potevano interrompere la loro prigionia, ma preferirono soffrire freddo, fame ed epidemie che li portarono alla morte. Sono perciò martiri da venerare".

Nei campi i Testimoni di Geova erano molto stimati dagli altri detenuti a motivo della loro dignità, fidatezza, modestia e benignità. Anche i loro aguzzini li rispettavano e ammiravano. Il comandante di Auschwitz, Rudolf Hoss, scrisse: "Erano individui tranquilli, diligenti e socievoli, sia gli uomini sia le donne, e sempre pronti ad aiutare il prossimo. Il loro fraterno amore reciproco  era commovente; si preoccupavano l'uno dell'altro e si prestavano tutto l'aiuto possibile". E nel narrare l'esecuzione di due di loro riferì: "Così immaginai dovessero essere i primi cristiani martiri, condotti nelle arene per essere dilaniati dalle belve".

Benché centinaia di Testimoni fossero giustiziati e ancor di più morissero per i patimenti della prigionia, la terribile macchina di sterminio dei lager non riuscì a inghiottire le poche migliaia di credenti allora presenti in Europa. Ma l’Olocausto ha fatto sì che il nome di questi martiri passasse alla storia. Rispettiamone il sacrificio magari mostrando più considerazione e stima verso i loro eredi, i Testimoni di Geova che oggi bussano alle nostre porte.

 

di Matteo Pierro


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