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Per uscire dai campi di concentramento nazisti bastava loro firmare un'abiura, ma furono in pochissimi a farlo
I primi a denunciare l'Olocausto
Perseguitati da Hitler, non smisero mai di stampare i loro opuscoli

Tratto da: Libero, 10 agosto 2001 

I primi a denunciare l'Olocausto

MILANO - [m.s.k.] Fin dal 1918 gli "studenti biblici" subirono pesanti tentativi di condizionamento, intimidazioni e arresti con l'accusa di insubordinazione. Ma il periodo più duro, in Europa, fu quello che coincise con il regime hitleriano, allorché in circa 10mila finirono nel lager. Se gli ebrei ebbero la stella gialla, i nemici politici un triangolo rosso con l'indicazione della nazione di provenienza, i delinquenti comuni un triangolo verde, gli omosessuali uno rosa, i rom e i sinti uno marrone, ai Testimoni di Geova, così autodefinitisi a partire dal 1931, toccò un triangolo viola. Ragioni di ordine etnico infatti spinsero all'internamento dei non-ariani, motivazioni politiche giustificarono la repressione di marxisti e sindacalisti, ma solo e soltanto cause religiose portarono, fin dalla primavera del 1933, alla persecuzione dei circa 20mila Testimoni di Geova della Germania.
Che questi non fossero graditi al regime nazionalsocialista, nonostante alcune voci di un precoce tentativo di compromesso, non deve certo stupire: apolitici, antirazzisti, contrari a qualunque uso delle armi, non aderivano agli ideali del pangermanesimo, si rifiutavano di lavorare per l'industria bellica o di fare il saluto "Heil Hitler". Il loro atteggiamento di resistenza passiva, dopo la confisca e il rogo di Bibbie e pubblicazioni varie che denunciavano la barbarie nazista (65 tonnellate entro l'inizio del 1934), il licenziamento dai posti statali e l'espulsione dalle scuole, aprì loro le porte dei campi di concentramento.
Nel 1936 la Gestapo costituì addirittura un'unità speciale per dare la caccia ai Testimoni, accusati di far parte di una cospirazione giudaico-bolscevica. Agli internati, per riacquistare la libertà, sarebbe bastato firmare un'abiura, un banale foglio di carta in cui si dichiarava di aver abbandonato l'organizzazione e i suoi insegnamenti, eppure furono in pochissimi a farlo. Preferendo, come gli antichi cristiani il "martirio" nei lager (furono proprio i Testimoni a far conoscere al mondo il nome e l'esistenza di Sachsenhausen ed Esterwegen, oltre a parlare degli esperimenti condotti a Dachau con gas venefici) piuttosto che idolatrare il Führer, considerato un figlio di Satana.
Allo scoppio della Seconda guerra mondiale, i Testimoni di Geova già rinchiusi in campi di lavoro e prigioni erano circa 6mila. Malgrado gli sforzi delle SS, però, il Reich millenario non riuscì mai a zittire i Bibelforscher, gli odiati Jehovah's Scweiner: i loro opuscoli continuarono a circolare in segreto, penetrando persino oltre le recinzioni in filo spinato. Alla fine, insomma, misero in ginocchio, quantomeno moralmente, la potenza del sistema concentrazionario.

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