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RESISTENZA SPIRITUALE
Articolo pubblicato in tedesco su :DIE ZEIT, n° 42, 10 0ttobre 1997, pag. 24


Amburgo. -  Ciò che l’opinione pubblica pensa dei testimoni di Geova è un misto di veemente rifiuto delle loro dottrine aliene dal mondo e dalla democrazia e di compassione per anziane signore che offrono perennemente la Torre di Guardia nelle stazioni esposte alle correnti d’aria. Questa veduta ha ignorato un po’ troppo che la storia dei testimoni di Geova nella nostra nazione è intrisa di tragedia: essi sono fra le vittime del “Terzo Reich” dimenticate per molto tempo dalla pubblicistica e dalla ricerca della storia contemporanea.

         Il Memoriale del campo di concentramento di Neuengamme, il cui direttore Detlef Garbe si è interessato anche di altri gruppi di vittime, come ad esempio gli omosessuali, espone ora, in stretta collaborazione col Servizio Informazione dei testimoni di Geova, la mostra “Resistenza spirituale motivata da convinzione cristiana”.  Mostra ciò che tali manifestazioni devono sempre prefiggersi: mettere in risalto la sorte del singolo individuo facendolo emergere dai semplici numeri di coloro che sono stati perseguitati, licenziati dal loro posto di lavoro, condannati alla prigionia, torturati e uccisi.

         Le storie degli appartenenti al gruppo di prigionieri col triangolo viola narrano la spietatezza e il particolare odio mostrato loro dai nazisti. La fede, che induce ancor oggi i circa 200.000 testimoni di Geova in Germania ad astenersi dalle votazioni politiche, dai pubblici uffici e dal servizio militare, li rese oppositori particolarmente provocatori del regime del terrore: rifiutavano il saluto a Hitler, l’arruolamento alla guerra e la partecipazione alla produzione di materiale bellico.

         I testimoni di Geova, che fino al 1931 si chiamarono “Zelanti Studenti Biblici”, nel 1933 erano 25.000; 6.000 di loro furono internati nei campi di concentramento; circa 1.200 furono giustiziati o persero la vita per cause collegate alla prigionia. Perfino in quella condizione disperata gli Studenti Biblici continuavano a tenere  adunanze religiose, a produrre e a distribuire materiale informativo; in una “lettera aperta” al popolo tedesco, nel 1937 smascherarono la violenza nei campi di concentramento.

         Si può onestamente rinfacciare a questa forma di resistenza la sua apoliticità solo perché motivata religiosamente? La mostra di Neuengamme, a distanza di cinquant’anni, offre ai testimoni di Geova una certa soddisfazione: “Noi non vogliamo suscitare una particolare compassione”, dice un relatore, “e chiunque può disputare con noi sulle nostre convinzioni morali e religiose. Però è una semplice questione di giustizia che anche la nostra resistenza al regime nazista sia presa in debita considerazione.

         Susanne Gaschke

 Memoriale del campo di concentramento di Neuengamme, Jean-Dolidier-Weg, 21039 Hamburg

Tel. 040/723 74 03, tutti i giorni, tranne lunedì, dalle 10 alle 17.

 

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