Triangolo Viola - Il sito

Citazioni dal libro
di Detlef Garbe
Direttore del Museo del Campo di Concentramento di Neuengamme (Amburgo)
Tra resistenza e martirio
testimoni di Geova nel "Terzo Reich"
3° edizione, Oldenbourg Verlag, München 1997
Studi di Storia Contemporanea, Volume 42

"Zwischen Widerstand and Martyrium" Die Zeugen Jehovas in "Dritten Reich". (Detlef Garbe, R. Oldenbourg Verlag, München 1997). Scarica testo in tedesco dal sito Originale o dal sito Mirror

Detlef Garbe

Garbe, Detlef: Zwischen Widerstand und Martyrium. Die Zeugen Jehovas im "Dritten Reich"


 [Pag.155]

III: Comportamento non-conforme dei Testimoni di Geova e repressione da parte dello Stato

1. L’inasprimento del conflitto: astensione dalle elezioni, rifiuto di esporre la bandiera,saluto nazista (Heil Hitler!) e inserimento nelle organizzazioni di massa nazionalsocialiste.


    Accanto alla persecuzione contro l’Associazione degli Studenti Biblici come Organizzazione avvennero fin dall’inizio repressioni contro i singoli fedeli. Le pretese del “Nuovo Stato”  e del suo partito nei confronti della popolazione erano inconciliabili con le massime dei Testimoni di Geova e con i loro doveri verso gli insegnamenti della Bibbia.

    Il primo aperto conflitto si verificò in occasione delle elezioni per il Reichstag in data 5 marzo 1933. In precedenza le elezioni erano libere e i Testimoni di Geova non incontrarono problemi qualora non aderivano alla chiamata alle urne. Le elezioni del 5 marzo 1933 invece cambiarono il carattere delle elezioni in Germania. I nazionalsocialisti volevano raggiungere l’assoluta maggioranza per il loro “Führer” Adolf Hitler , chiamato cinque settimane fa a capo di un governo di coalizione . Membri delle S.A. sollecitarono la popolazione per votare la lista 1 (NSDAP), presentandosi in casa e offrendosi di accompagnare chiunque alle urne. Coloro che si rifiutarono, apparivano sospetti e passarono per avversari del regime. L’astensione dei Testimoni di Geova dalle elezioni, basata su motivi religiosi , era per i nazisti una prova della loro animosità verso lo stato hitleriano.

    Ma i motivi dei Testimoni di Geova erano esclusivamente di natura religiosa. “Noi non partecipiamo alle elezioni, perché abbiamo una volta per tutte eletto il nostro Re Cristo e lo seguiremo dovunque Egli vada! Noi combattiamo con Lui e per Lui perché lo amiamo, apprezziamo e conosciamo. Perché volete costringerci a votare ?” 1

    L’elezione di una persona diversa da Hitler – e fosse pure il Re Cristo – era contrario alla concezione dello stato nazista. L’ideologia nazista escludeva qualsiasi altro modo di pensare e dovette portare alla persecuzione dei Testimoni nel “Terzo Reich”. [ pag. 156]

    Durante le elezioni del 5 marzo gli atti terroristici nei confronti di Testimoni di Geova  erano prevalentemente di natura psichica; gravi atti di persecuzione invece si verificarono durante il plebiscito del 12 novembre 1933 riguardo all’uscita della Germania dalla Lega delle Nazioni. Uomini della S.A. entravano con la forza nelle abitazioni di Testimoni di Geova e di dissidenti politici; insulti e minacce li costrinsero a recarsi alle urne. Chi si rifiutò di votare, fu gravemente maltrattato.

    Nella Germania nazista la legge non esigeva il voto obbligatorio “de jure”, ma “de facto”sì.2 .Inutilmente i Testimoni di Geova si appellarono alla legge. In un rapporto della GESTAPO si legge in riferimento al comportamento dei Testimoni di Geova in occasione delle elezioni del 12 novembre 1933: “Membri di questa setta, invitati a partecipare alle elezioni, si rifiutarono con decisione di usare il loro diritto di voto, perché secondo la loro interpretazione, la Bibbia proibisce una tale azione”.3 Per la GESTAPO il rifiuto della partecipazione alle elezioni fu una prova che le idee religiose dei Bibelforscher erano assolutamente inconciliabili con i doveri di un cittadino dello stato nazionalsocialista. 4 Il capo della polizia politica della Bavaria, Reinhard Heydrich , propose addirittura di applicare arresti preventivi nei confronti dei responsabili, dato che “la quiete e l’ordine pubblico potrebbe essere disturbato “ – come legge un ordinanza del 27. dicembre 1933. 5

    Talvolta, dopo le elezioni del 12 novembre, i Testimoni di Geova dovettero subire le angherie della S.A. In un caso furono costretti a fare un giro per la città portando un cartellone con lo scritto:” Noi siamo traditori della patria, noi non abbiamo votato!” 6 [pag. 157 ] Nella cittadina di Oschatz in Sassonia un Bibelforscher fu portato in giro per la città in un carro trainato da un cavallo e accompagnato dal rullio dei tamburi degli uomini della S.A. mentre la folla gridava “Delinquente ! Traditore della patria!” 7 Sulla piazza del mercato di Pölitz, vicino a Stettino, fu esposto per tre settimane un “Pannello della vergogna” con una lista dei “Traditori del Popolo” , i.e. dei Testimoni di Geova che avevano rifiutato di recarsi alle urne. 8

    Alcuni casi erano ancora più orribili. Una coppia di agricoltori di nome Uhlmann di Schwäbisch – Gmünd non ubbidiva alla ripetuta intimazione di partecipare alle elezioni di novembre e dopo pochi giorni il loro podere è stato incendiato “da ignoti”. La stalla, il granaio e la casa d’abitazione furono completamente distrutti dal fuoco. Nel corso dell’inchiesta il proprietario stesso fu accusato di aver appiccato l’incendio e preso in custodia cautelare e solo quando fu provato che il podere non era neanche assicurato, il movente dell’incendio doloso non poteva più essere sostenuto. Il procedimento giuridico fu abbandonato "nolle prosegui". 9 Un caso ancora più grave avvenne a Bochum durante il giorno delle elezioni. Uomini della S.A. costrinsero Rudolf Nicolaus, un invalido 52enne, a uscire di casa sua e lo portarono con la forza al loro ritrovo in via Johanniterstrasse 8, dove lo picchiarono con un manganello. L’invalido non riusciva più a riprendersi da questo maltrattamento e dopo alcuni mesi morì. 10

    Simili episodi si verificarono anche in occasione di plebisciti ed elezioni durante gli anni seguenti. Nei giorni delle elezioni i seguaci del partito nazista si radunarono in gruppi davanti alle case dei Testimoni di Geova . Una Testimone di Geova di Leutenbach -Waiblingen ricorda: “Nella notte dopo le elezioni una banda si raggruppò davanti a casa nostra e gridando slogan nazista, pretesero che noi ‘Traditori del popolo’ venissimo fuori. Ma noi rimanemmo calmi dietro le nostre porte e finestre chiuse che loro bombardarono con sassi. Sulla parete della casa scrissero: ‘Traditori del popolo! Avete tradito la Germania !’ ” 11

[pag. 158]

    I Testimoni di Geova cercarono a volte di evitare le difficoltà nei giorni delle elezioni.12. Molti lasciarono la casa presto la mattina, si nascosero in campagna e tornarono solo dopo la chiusura dei seggi elettorali. Alcuni tra coloro che durante il tempo della persecuzione si astennero dall’opera di predicazione, cedettero e parteciparono alle elezioni. Alcuni resero il voto invalido scrivendo “Abominevole è colui che vi elegge” Isaia 41: 24 (Ricciotti) Altri, comunque una esigua minoranza, ritennero di non essere in conflitto con la richiesta di neutralità da parte della Bibbia partecipando a elezioni come quella che decideva sulla annessione dell’Austria che non riguardava una questione politica. Nei piccoli villaggi i Testimoni di Geova erano gli unici a non recarsi alle urne, e spesso furono incalzati dai locali capi del partito che volevano raggiungere una partecipazione al 100%. D’altronde molti, anche persone con la tessera del partito, cercarono di evitare il conflitto con persone che prima dell’era nazista erano considerate membri rispettabili nel comune. Essi consigliarono ai Testimoni di votare in bianco- in quanto a sistemare il risultato avrebbero pensato loro. I Testimoni di Geova però erano decisi di essere sinceri davanti a Dio e davanti al mondo.

    Le autorità governative non concedevano alcun perdono a chi non votava. Il comportamento dei Testimoni di Geova sembrava loro “politicamente pericoloso”. Nei rapporti della polizia di stato di Kassel, in occasione del plebiscito del 19 agosto 1934 , la quale doveva confermare la presa del potere da parte di Hitler dopo la morte di Hindenburg, leggiamo ancora che “I Bibelforscher non potevano essere persuasi con le buone maniere di partecipare alle elezioni “, 13 ma negli anni a venire troviamo commenti senza mezze misure. Nel bollettino del 1939 del responsabile per la sicurezza viene comunicato che tra i 700 Bibelforscher in arresto cautelare si trovano molti che “in data 10.4.1938 si sono pubblicamente rifiutati di partecipare alle elezioni e hanno fomentato l’odio contro Hitler.” 14

    Il rifiuto del saluto “Heil Hitler” provocava conflitti più gravi dello stesso rifiuto di partecipare alle elezioni. Secondo l’insegnamento biblico la salvezza (“Heil”) deve essere attribuita solamente a Dio e non a un uomo. Questa è una domanda centrale della identità cristiana. Per i Testimoni di Geova l’uso della parola “Heil” è consentita esclusivamente in relazione a Dio. Come riferimento vengono citate le parole del “Padre Nostro” “Sia santificato (geheiligt) il tuo nome” e inoltre si rimanda all’attribuzione esclusiva della salvezza al “Salvatore” , secondo la testimonianza di Atti 4,12 : “Inoltre, non c’è salvezza in nessun altro, poiché non c’è sotto il cielo nessun altro nome dato fra gli uomini mediante cui dobbiamo essere salvati”. 15
Dicendo “Heil Hitler” significherebbe attribuire a un uomo una forza “salvifica”. I Testimoni di Geova vedevano in questo saluto che attribuiva a Hitler la salvezza, sia un sacrilegio, sia un’ illecita venerazione di un uomo. Per i testimoni di Geova usare il saluto “Heil Hitler” era equivalente a rinnegare Cristo. I nazisti non erano affatto disposti di mostrare riguardo a tali considerazioni di natura religiosa. Essi richiesero da ciascun “compagno” la manifestazione di onore nei riguardi del “Führer”. Anche per loro il saluto non era solo una questione formale; il saluto nazista era un mezzo per controllare le coscienze e uno strumento per assicurarsi il potere, consentendo ai seguaci un sentimento di auto-confermazione, mentre fu attaccata l’integrità degli oppositori . 16

    Il comportamento inflessibile di molti testimoni di Geova nella questione del saluto nazista ebbe conseguenze drastiche. Oltre a maltrattamenti e provocazioni da parte delle S.A .si verificarono già nel 1933 arresti a causa del rifiuto del saluto. Per esempio, ad Amburgo un Bibelforscher che durante una festa non aveva alzato la mano per il saluto nazista fu arrestato dalla Polizia di stato e quando si dimostrò irremovibile, fu picchiato nel quartiere della Gestapo .17  [pag. 160]  Nei primi tempi del “Terzo Reich” gli arrestati furono rilasciati dopo poche ore o giorni. 18. Ma in seguito all’aumento della persecuzione negli anni 1934/35 le cose cambiarono. A volte il rifiuto del “saluto nazista” aveva per conseguenza perfino l’assegnazione al campo di concentramento. Su un documento dell’anno 1936 si legge un commento laconico: Il suo comportamento ha provocato l’indignazione della popolazione” 19. Nel 1937 una coppia appena sposata fu arrestata dalla Gestapo perché in occasione della cerimonia nuziale nel municipio di Gorlitz non ha usato il “Saluto Tedesco” 20. Nel 1939 Düsseldorf fu arrestato un Testimone di Geova , membro dell’orchestra sinfonica, perché non aveva risposto con “Heil Hitler” al saluto di un responsabile in occasione di una rappresentazione operistica. Solo dopo 5 anni poteva uscire dal K.Z. in Sachsenhausen e Neuengamme. 21

    Malgrado queste conseguenze molti testimoni di Geova non hanno tradito la loro fede. In un rapporto del comandante del campo di concentramento femminile di Moringen in data 7 marzo 1935 si legge riguardo alla Studente biblica Rosina G.:
“Essa ha dichiarato che preferisce rimanere 10 anni nei lavori forzati piuttosto che usare la parola “Heil” in riferimento a Hitler.” 22. Un Bibelforscher di Wewelsfleth presso Glückstadt, assistendo al varo di una nave, teneva  ambedue le mani in tasca  durante il tempo in cui gli altri membri del equipaggio salutarono con la mano alzata mentre  cantavano la prima strofa dell’inno  tedesco. Quando fu ammonito per questo fatto, rispose :”…non avete il coraggio di cantare la seconda strofa (veramente si sarebbe trattato della terza strofa) perché in essa si parla di unità, di diritto e di libertà”. 23
 

    In uno stato che richiede l’ aderenza incondizionata alle sue proprie massime non c’è alcuno spazio per la “Neutralità”. Tutta la popolazione fu manovrata in organizzazioni di massa, in modo da poter registrare ogni atteggiamento di rivolta contro il regime. Fu segnata la non-partecipazione a manifestazioni politiche, il rifiuto di contribuire per le numerose raccolte di denaro per scopi diversi, o il rifiuto di esporre la bandiera. Nonostante ciò i Testimoni di Geova espressero apertamente la loro posizione.[pag. 161] Come il saluto nazista, i Testimoni di Geova consideravano anche il saluto della bandiera simile ad un atto di idolatria pagana. Era inconcepibile per loro di doversi inchinare davanti a un simbolo dello stato. Riferendosi all’esempio dei primi cristiani che si erano rifiutati di salutare l’immagine dell’imperatore, sostennero che il loro atteggiamento “non viola la legge”.24 Agli organi della giustizia invece bastava il fatto di non possedere una bandiera con la svastica come prova sufficiente per un atteggiamento ostile nei confronti del nazionalsocialismo. 25 Brigate di uomini della S.A. provocavano i Testimoni di Geova intimando loro di salutare la bandiera che avevano con sé 26. Alla fine degli anni 30 una decisione giudiziaria impose a una Testimone di Geova di Knittelfeld in Stiria (Austria) di trasferirsi dalla sua casa situata lungo la strada, per la ragione che si era rifiutata di esporre la bandiera con la svastica.27 

    Il 21 novembre 1940 il tribunale speciale di Sankt Pölten (Austria) condannò un Bibelforscher di Hofstaat a 15 mesi di prigione, perché si era rifiutato di partecipare alla raccolta di denaro per bisognosi. La corte basava il suo giudizio su una legge speciale,28 ribadendo che Leopold Höflinger ha detto agli uomini della S.A.:”No, io non voglio contribuire allo scopo di ammazzare la gente “.29 Qualora non fosse possibile appellarsi a strumenti legali, la Gestapo agiva per proprio conto. Il commerciante Martin Heinel, di Eickhorst in Westfalia, disse nell’estate del 1940 che avrebbe contribuito alla raccolta “se avesse saputo con certezza che con i suoi denari non si sarebbero acquistati delle armi da guerra” e in seguito fu condannato a 5 anni di campo di concentramento a Dachau, Buchenwald e Natzweiler. 30


NOTE
1 Da uno scritto dei Bibelforscher che circolava clandestinamente durante il “Terzo Reich”, intitolato “La nostra battaglia e la battaglia di Hitler” pag. 162

2 Il giurista Werner Weber nel 1935 considerava la partecipazione alle elezioni “un comandamento di primo rango”; comunque “il dichiararsi per il Führer e il popolo” in occasione delle elezioni, avrebbe avuto un senso solo nel caso di una libera scelta.. 
(Weber, pg. 5)

3 GESTAPO, BA.R 58/1068 Foglio 172, Nr. 4, 10.3.1934

4 ibidem

5 IfZ, MA 554, 936374, BPP: 27.12.1933

6 cfr. Zürcher, Crociata, pg. 126

7 cft. Annuario 1974, pag. 115

8 Cfr.Pommern 1934/35, pag. 410-413

9 EB Elise Kühnle, 23.11.1987.Questo fatto è stato menzionato anche da Friedrich Schlotterbeck, membro del movimento di resistenza e presidente della gioventù comunista tedesca, nel suo scritto “Ricordi di un operaio tedesco 1933-1945” pag. 297-299. Schlotterbeck, arrestato per la prima volta nel 1933 ricorda il Bibelforscher Karl Uhlmann con cui era nel campo di concentramento di Welzheim. Da clandestino durante la guerra si era rifugiato nel podere di Uhlmann. A pag. 298 si legge: “La S.A. aveva incendiato la sua casa. Ai vigili del fuoco era proibito di intervenire e non era permesso di ricostruire la casa . Ora abita in un rudere.”

10 cfr: Zürcher, Crociata, pg. 114, 171

11 EB Minna Knöller, 8.6.1984


12 EB Liesel Baroni, 8.6.1984 ; EB Hanna Bläse, giugno 1984, EB Hedwig Ehrmann, 3.5.1984; EB Bruno Knöller, 23.11.1987; EB Gustav Widmaier, giugno 19984; EB Karl-Heinz Zietlow, 25.1.1986

13 Polizia di Stato Kassel, bollettino per il mese di agosto 1934 del 5.9.1934. pag. 154


14 Bollettino dell’anno 1938 del Dipartimento di Sicurezza , BA, 58/1094, foglio 76


15 Atti 4,12

16 Lo psicologo Bruno Bettelheim ha fatto notare che la coercizione per il saluto non solo era da considerare una manifestazione pubblica della lealtà verso il “Nuovo Stato”, ma serviva anche allo scopo di infrangere l’integrità degli
oppositori. Ogni anti-nazista doveva diverse volte al giorno diventare un martire, perdere la stima di se stesso . Die psychische Korruption, p. 332

17 Alfred Knegendorf, Komiteeakten K 14

18 Negli anni 1933/34 le misure disciplinarie avevano ancora lo scopo di fare cambiare idea agli oppositori, per cui anche una breve permanenza in prigione era sufficiente.

19 DCB Mandato di cattura, 7.2.1936

20 Paul Scholz, 6.6.1984

21 Gunther Schwarberg, Diario di Ernst Schneider

22 Citato da Zipfel, Kirchenkampf, p. 185

23 Citaato da Moelle, Steinburg p. 214

24 Cfr. "La nostra battaglia e la battaglia di Hitler” edito dai Bibelforscher

25 Lettere di Giudici, p. 48

26 Zurcher, Crociata, p. 112

27 Annuario 1989 p. 101

28 Legge contro perfide aggressioni nei confronti dello Stato del 20.12.1934. Il § 2 legge: “chi usa in pubblico espressioni di sfida o di animosità contro il governo deve essere arrestato, etc.”

29 Gestapo Vienna , 12. 1. 1941. Hoflinger p. 293

30 Struckmeier, Heinel, p. 162.


Dr. Detlef Garbe, nato nel 1956 a Gőttingen, studia Storia, Teologia  Evangelica e Pedagogia all’Università di Amburgo. Nel 1989 Tesi di Laurea “Tra Resistenza e Martirio: I Testimoni  di Geova nel Terzo Reich”. Dal 1989 Collaboratore presso il Museo di Storia Amburghese, Direttore del Memoriale del campo di concentramento Neuengamme.

Pubblicazioni: “Es begann in Hiroshima (Iniziò a Hiroshima)” – La storia dei bombardamenti sul Giappone  nel 1945;  Bornheim-Merten 1982 (insieme a Brigitte Drescher):  I memoriali per le vittime del terrore nazista , i campi di concentramento dimenticati della Repubblica Federale, Bornheim- Merten 1983. Tra Resistenza e Martirio: I Testimoni di Geova  nel “Terzo Reich”, Monaco 1993.


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