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Franz Jagerstatter. Un contadino contro Hitler

Franz Jagerstatter. Un contadino contro Hitler.

Come di certo sapete solo pochissimi cattolici e protestanti ebbero il coraggio, in contrapposizione alle loro gerarchie, di rifiutare il servizio militare nell'esercito di Hitler.

Un caso esemplificativo è quello di Franz Jagerstatter, un cattolico austriaco che rifiutò di imbracciare le armi nell'esercito di Hitler e venne giustiziato. Come si può apprendere dal libro di Erna Putz, teologa cattolica, quest'uomo dovette lottare non solo contro i nazisti ma anche contro la classe clericale che fece di tutto per mettere a tacere gli appelli della sua coscienza.  
Ancora dopo la fine della guerra, il vescovo della diocesi di Jagerstatter, J. C. Fliesser, commentando i motivi per cui aveva impedito la pubblicazione di un articolo in cui si esaltava il comportamento del suo correligionario affermava:

     "Considero veri eroi quei giovani, teologi, sacerdoti e padri cattolici che, nell'eroico adempimento del loro dovere e nella convinzione profondamente radicata di fare la volontà di Dio, ognuno all'interno del proprio ruolo, hanno lottato e sono
caduti per questo, come un tempo i soldati cristiani nell'esercito dell' imperatore pagano. O i veri eroi sono i testimoni di Geova e gli avventisti che 'coerentemente' hanno preferito morire nei campi di concentramento piuttosto che impugnare le armi? Tanto di rispetto per una coscienza che è innocentemente errata; troverà misericordia presso Dio".

Per costui, come per la stragrande maggioranza del clero delle chiese cristiane, i veri eroi erano quanti avevano sacrificato la propria vita nella guerra di Hitler, non coloro che, come Jagerstatter, avevano seguito gli stimoli di una coscienza "innocentemente errata". 

( "Franz Jagerstatter. Un contadino contro Hitler", Erna Putz. Berti Editrice. 2000. p. 193)

E' interessante osservare quali fattori influirono sulla decisione coraggiosa e solitaria dello Jagerstatter. Gordon Zahn scrive nel suo libro:

"A Santa Radegonda, per spiegare la condotta di Jagerstatter, si fa molto spesso riferimento alle sue relazioni con il cugino testimone di Geova. Si dà molta importanza al tempo che trascorsero insieme in lunghe discussioni su argomenti religiosi o per studiare la Bibbia. I testimoni di Geova, in Austria come negli Stati Uniti, rifiutano di prendere parte a guerre di ordine temporale, nell'attesa di un conflitto in cui dovranno impegnare tutte le loro forze per riportare una vittoria eterna; ecco perché un gran numero di essi vennero condannati a morte per aver rifiutato di prendere parte alle guerre hitleriane. Non c'è da meravigliarsi che quella gente di campagna, guidata dal buon senso, abbia potuto attribuire all'obiezione di coscienza di Jagerstatter all'influenza del cugino. . . . Tuttavia, padre Kreuzberg avanza una riserva: pur ammettendo che essa non abbia influito sull'ortodossia di Franz, ritiene però che l'esempio di quegli uomini fedeli alla loro fede e disposti ai più grandi sacrifici, abbia potuto incoraggiarlo nella sua decisione. Padre Kreuzberg ricordava di aver sentito Franz parlargli con ammirazione della loro fede incrollabile." 

("Il testimone solitario. Vita e morte di Franz Jagerstatter", Gribaudi. 1968. pp. 131, 133.)


Cortesia di un collaboratore.


A proposito di :
Dietrich  Bonhoeffer. Teologo protestante che si oppose al regime nazista

Dietrich  Bonhoeffer. Teologo protestante che si oppose al regime nazista

Come forse sapete  il famoso teologo protestante Dietrich Bonhoeffer (giustiziato dai nazisti per la sua opposizione al regime) aveva in alta considerazione il comportamento dei Testimoni di Geova.

Una testimonianza viene dall'articolo di Gaetano Latmiral, un prigioniero di guerra italiano che ebbe modo di trascorrere diversi mesi in prigione con Bonhoeffer.

Nelle sue memorie Latmiral scrive:

"Bonhoeffer era pieno di ammirazione e di rispetto per i Testimoni di Jehowa, di cui ben undici a Tegel preferirono la morte al giuramento militare". 

Tratto da: "Dietrich Bonhoeffer nella prigione di Berlino-Tegel. Ricordi di un incontro", Gaetano Latmiral, pubblicato in ASPRENAS, anno XVII, n. 3, settembre 1970, M. D'Auria Editore Pontificio, Napoli, p. 237. 

Cortesia di un collaboratore.

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