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Testimonianza di Paolo Soldano


Reduce dalla Campagna di Russia, fui inviato in Slovenia  e lì catturato dai tedeschi il 12 settembre 1943. Dopo un periodo trascorso nel campo di concentramento (Stalag IV°B), fui assegnato in una fonderia quale addetto allo scarico manuale di materiali ferrosi per la produzione bellica.

Nell'inverno 1943 / 1944 fui trasferito nella Deuscherichban, alla manutenzione delle linee ferroviarie di trasporti secondari) sulle quali si effettuavano, a nostra insaputa, anche trasporti, specie notturni, di persone destinate ai campi di lavoro o, per i più sfortunati, ai "Campi di concentramento".

Fu durante quegli spostamenti ferroviari che mi capitò di vedere, ma mai di avvicinare a causa della stretta sorveglianza, squadre di lavoro in casacca a strisce sulla quale era cucito un contrassegno di riconoscimento: un triangolo di stoffa di colore viola.

Fui colpito per il trattamento durissimo inflitto a quegli uomini e dal clima di tensione continua ai limiti della sopportazione, in cui erano costretti a lavorare. Con altri gruppi d'internati era possibile scambiare qualche seppur fugace parola, ma con quei prigionieri contrassegnati dal triangolo viola non era possibile. Nessuno poteva avvicinarsi loro. Non era possibile neppure scambiare un cenno con la testa. Solo a guardarli si era severamente richiamati.

La mia curiosità di ragazzo ventenne, relativamente alla condizione di quegli uomini restava insoddisfatta. I monosillabi strappati alle guardie erano incomprensibili. Si limitavano a battere il pugno sulla loro cintura, indicando la scritta della fibbia "Goot mit uns" (Dio è con noi). Collegando quel gesto a qualche altra parola sussurrata dal caposquadra, capii che gli uomini con il triangolo viola erano religiosi 'cocciuti e tenaci' non ossequienti ad un qualche cosa di scritto. Pensai si trattasse di qualche documento di propaganda, poi seppi che era piuttosto il rifiuto di firmare il foglio di 'abiura'  che avrebbe potuto cambiare la loro vita.

Ho compreso il senso di tutto questo solo dopo molto tempo. L'atteggiamento dei "Triangoli Viola" non era caparbietà, ma era ferrea convinzione dettata da un'incrollabile fede; sostenuta con coraggio anche a costo delle estreme conseguenze.

Quale presidente dell'Associazione Ex Internati di Racconigi, plaudo all' iniziativa di quest'Incontro che fa luce su avvenimenti che, volutamente o no, sono stati dimenticati.

Ma noi c'eravamo, Noi abbiamo visto, Noi li abbiamo visti.

Concludo con un forte invito a tutti gli intervenuti, soprattutto ai giovani, a ricordare, a non dimenticare mai l'immane tragedia di allora, affinché tale non abbia a ripetersi.

* Presidente della Associazione Ex Internati, sezione di Racconigi (Cuneo)
Per cortesia dell'Archivio del Centro di Documentazione sui Bibelforscher

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